Curiosità bagna cauda

Non me ne voglia il Piemonte intero se mi sono permessa di postare la "ricetta cult" della tradizione di questa regione, ma anche se sono genovese, in famiglia un piemontese doc c'era .., lo zio Tino, originario della periferia di Torino e questa salsa calda l'abbiamo sempre gustata.
Oggi con mio marito, siamo soliti andare a mangiare la bagna cauda in autunno nei paesi del Piemonte, dove questo piatto è ormai un richiamo della  tradizione.
Ho scoperto che anche "loro" usano il latte, ma mai la panna.

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Curiosità bagna cauda 

Lo zio Tino diceva che per ogni persona occorre 1 testa di aglio di Caraglio circa 50 gr,  4  acciughe diliscate e dissalate circa 50 gr e mezzo bicchiere di olio d'oliva a bassa acidità.
La zia Albina sua moglie, non trovando l'aglio di Caraglio noto per il sapore e l'aroma delicato e molto digeribile, ma quello comune dal sapore e odore forte, aveva apportato una modifica per rendere questa preparazione più digeribile ma simile all'originale, aveva aggiunto un ammollo e una precottura del solo aglio nel latte.
È una salsa piemontese che si consuma calda, si serve nei fujot, piccole ciotoline  che hanno alla base un alloggio per contenere un dischetto di candela accesa per mantenere la salsa calda che si usa mangiarla caldissima soprattutto in autunno/inverno. È un pinzimonio con verdure assortite crude e cotte: finocchi, peperoni, cardi, rapanelli, sedano, cavolo verza, carote, patate, si accompagna con qualche fettina di un buon pane casereccio,  diventando cosi  un buon piatto unico.
Spesso nei ristoranti piemontesi usano mettere questa salsa su falde di peperone cotte in padella o arrostite e pelate, da servire poi come antipasto.
Personalmente, se avanza della bagna cauda, la uso come condimento  per un bel piatto di spaghetti o spalmata su crostini di pane.

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