Storia della pasta choux
È una ricetta che nasce in Italia nel 1500 alla corte dei Medici, il cuoco pasticcere trasferendosi in Francia, porta con sé la ricetta di questo particolare impasto che in cottura, si asciuga all'interno creando un vuoto. In Francia col tempo, la ricetta viene un po' modificata e prende il nome di pasta choux perchè queste palline una volta cotte sembrano i cavolini di Bruxelles
Questo impasto ha una doppia cottura, prima si precuociono in un in pentolino: solo acqua, burro, zucchero e sale sino a formare una pallina, poi fuori dal fornello, si aggiungono le uova e si procede con la cottura nel forno.
Si possono preparare:
- classico bignè grande o piccolo, ripieno di tante creme diverse dolci con glasse bianche e colorate come copertura
- ecler, un bignè di forma rettangolare allungata
- croquenbouche, presentazione conica scenografica di bignè ripieni coperti con caramello sopra
- Saint Honoré, un goloso capolavoro di torta (la mia preferita)
- profiteroles, bignè farciti e "annegati" nel cioccolato o meglio in una ganasce al cioccolato
- Paris Brest, un bignè grande farcito e a forma di ruota in onore della corsa ciclistica Paris-Brest
- Con l'impasto fritto si preparano anche le zeppole di San Giuseppe.
- Essendo un impasto neutro il bignè può essere anche salato, ottimo farcito con insalata russa o con creme salate o formaggi da servire come antipasto.
- Aggiungendo un purè di patate si ottengono le patate dauphine.
Per la ricetta e il procedimento cliccare QUI
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